Trascendenze, immanenze, noumeni di Amedeo Sanzone

La personale di Amedeo Sanzone, a mia cura.

Fino al 26 ottobre 2023 presso OFF Gallery – Napoli

Gea, Amedeo Sanzone, dettaglio

Oltre il visibile, cercando l’essenza

Il colore si solidifica e diviene materia, specchiante e ipnotica.

Il silenzio avvolge le opere, essenziali e rigorose.

La luce invita, seduce e infine svela.

L’assenza di figurazione elimina ogni distrazione, azzera ogni rumore, avvicinando lo spettatore all’essenza dell’opera – e, in sostanza, dell’Arte – ma inizialmente disorienta.

Se nella profondità di quei colori saturi – che, liberi dalle cornici, invadono lo spazio e lo determinano divenendo pura forma – l’artista si muove con sapiente agilità, chi osserva, forse, non riesce a fare altrettanto perché un certo spaesamento lo pervade: quell’apparente vuoto aperto ad ogni interpretazione lo rende esitante, quell’apparente silenzio ermetico lo spaventa.

E allora si palesano solo due possibilità: scappare o fermarsi.

In un momento storico in cui la frenesia e l’impazienza sono la regola, le opere di Sanzone, a chi lo permette, impongono di prendere tempo, di soffermarsi nel qui e orae riflettere, porsi domande, cercare risposte.

Senza fretta ma, soprattutto, senza compromessi, perché quell’apparente nulla non ammette superficialità: uno sguardo veloce e distratto non può penetrare un’opera che non mostra ma rivela. Occorre voler vedere oltre la superficie, occorre intraprendere un processo introspettivo a cui l’artista, attraverso la forza del rigore formale delle sue opere, sottopone prima se stesso, poi colui che osserva. Occorre essere disposti a specchiarsi senza incertezze in questi monocromi di pura brillantezza e levigatezza.

Installation view

Di fronte ad un quadro di Amedeo, la cui ricerca è molto vicina alla pratica ascetica e non può prescindere da una assoluta solitudine, si avverte il forte aspetto sacrale legato alla mai soddisfatta ricerca dell’autore di un altrove che vada ben oltre la mera rappresentazione fenomenica della realtà.

I suoi lavori sono frutto di un esercizio costante, metodico, claustrale, che anela alla perfezione e rasenta l’ossessione, quell’assedio dell’animo a cui non si può sfuggire ed a cui si può solo soggiacere, assecondandolo. Ossessione che diviene la sua cifra linguistica laddove si traduce in un lavoro lungo e niente affatto facile, che letteralmente piega la materia alla volontà dell’artista attraverso un processo che è già, esso stesso, opera: sì, perché vi è espressa la visione dell’arte, del mondo, delle regole che lo governano e che l’autore vorrebbe penetrare.

Il gesto creativo di pura razionalità e maniacale precisione, il cui fine è la perfezione formale, ha per oggetto la ricerca del trascendente, del divino e sconfina nel regno della mistica.

Silenzi, inchiostro su lexan

Ma il materiale che l’artista ha scelto di utilizzare, il lexan, non può essere esente da un seppur minimo difetto di lavorazione: non per cattiva volontà di chi lo maneggia, non per umano errore, quanto piuttosto per le caratteristiche intrinseche del materiale stesso. A cui non appartiene la perfezione così come, aggiungerei, non appartiene e mai apparterrà all’uomo.

La bruciante esigenza di trovare risposte che vadano oltre l’umana percezione, poi, non può che durare un’intera vita.

Ne deriva, dunque, un’inevitabile frustrazione ma anche un’insopprimibile urgenza che porta l’artista a continuare la sua ricerca, ancora e ancora, finendo per trasformarla in una sorta di mantra interminabile perché sempre perfettibile. Come un’ossessione, dicevamo, che nella produzione artistica di Amedeo si traduce in una cifra linguistica di estremo rigore ed estrema coerenza ed in opere che, pur ripetendosi con metodica caparbietà, non sono mai uguali le une alle altre. Moderno Sisifo, Sanzone sa che l’oggetto della sua ricerca, sia intellettuale che formale, sarà sempre un passo avanti a lui ma, in un’interessantissima visione circolare che però mai ripercorre gli stessi passi, l’opera successiva sarà sempre un passo avanti alla precedente.

Nato e cresciuto tra colori e pennelli, folgorato da Malevič ed evidentemente molto vicino alla ricerca degli esponenti della Minimal Art – da cui lo allontana, però, l’importanza che egli attribuisce al gesto del fare – ad un certo punto del suo percorso sente troppo stretti i confini della storia dell’arte e si rivolge anche alla filosofia. Il suo linguaggio, allora, si arricchisce di ulteriori elementi narrativi, legati in particolare alle teorie di Kant.

Così, su quei silenzi corposi, in cui il colore, assoluto protagonista dell’opera, appare tanto viscoso da immobilizzare il pensiero, l’artista getta un’àncora allo spettatore, offre un appiglio, indica una direzione da cui poter iniziare ad indagare quel vuoto significante che accoglie lo sguardo e cattura la mente di chi osserva: è il noumeno, l’inconoscibile kantiano a cui Sanzone dà corpo e forma attuando una sorta di maieutica che, persino, sconfessa il filosofo tedesco e la sua teoria.

Era inevitabile, è la conclusione a cui – finora, sottolineerei – è giunta la ricerca dell’artista.

Il noumeno, nelle sue parole “una forma forgiata col fuoco e plasmata dalla luce”, ha una e tutte le forme possibili e a noi è dato conoscere quella che vediamo in questo momento, hic et nunc.

In perfetta armonia con la superficie che lo accoglie, questo corpo, altro ma non estraneo, ora è un elemento naturale – un minerale –, ora è un elemento fatto dello stesso materiale dei Silenzi su cui poggia, quasi a sottolineare quella mutevolezza insita nella definizione di qualcosa che definibile non è. E che potrebbe alludere al nostro appartenere tanto alle cose materiali, concrete, terrene, quanto a quelle che, attraverso il pensiero, ci proiettano verso l’inconoscibile sempre agognato.

Ad orientare lo sguardo dell’osservatore sulle sinuose curve delle Immanenze – opera che, nell’allestimento alla OFF Gallery, affianca la colonna greca presente nello spazio, quasi a volerne sfidare l’imponenza – è invece la luce, unica responsabile dei chiaroscuri che guidano l’occhio affascinato dell’osservatore. Ma è sempre facile perdersi nella sinuosità delle sue forme perché, sostanzialmente, è sempre facile perdersi in queste isole di materia densa e vorticosa, capaci di contenere – o, meglio, rivelare – ossessioni e pensieri.

Se, come dicevamo, la ricerca di Amedeo Sanzone deve svolgersi in una inviolabile solitudine; se, in quel momento, egli non accetta altro che il proprio pensiero; se l’opera è frutto di “un mesto e cupo cammino, di una ricerca che non guarda mai fuori, verso l’esterno”; arriva, poi, il momento della condivisione, del confronto, della sfida che egli lancia allo spettatore.

Ed ecco che, in definitiva, il soggetto che si rispecchia in quelle superfici armoniose è prima il rigoroso artista, poi il rigoroso osservatore, colui che quella sfida la accetta, colui che non ha paura di affrontare il vuoto e il silenzio – quanto spaventosi possono essere? –, colui che, lì dove pare che non ci sia nulla, riesce a percepire l’essenza.

Catalogo della mostra "Trascendenze, immanenze, noumeni" di Amedeo Sanzone a cura di Alba La Marra 
(edizioni Off Gallery)
Catalogo della mostra (ed. OFF Gallery)

INFO

OFF Gallery

Via Francesco De Sanctis, 15 – Napoli

oraro di visita: 9:30 – 18:30

MAR e DOM chiuso

info@offgallerynapoli.it

lo staff della galleria e l'artista dopo l'inaugurazione
Staff + artista: felicissimi dopo un’inaugurazione strepitosa! (ph. Fabrizio Fucile)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.