VinArte 2022: diario del primo giorno

(da Il Denaro.it dell’8 agosto 2022 – qui nella versione integrale)

Nicola Rivelli per VinArte 2022 , Le linee dell’amore– Palazzo Marotta

Vino e arte: ebbrezza e Conforto dell’uomo.

In questa frase, piccola quanto un acino d’uva, è racchiusa l’essenza di Vinalia e VinArte 2022.

Il nettare degli dei, figlio di questa feconda terra sannita – che accoglie in sé anche elementi vulcanici, provenienti da esplosioni flegree risalenti alla notte dei tempi – torna ad essere protagonista della kermesse quasi trentennale, inaugurata lo scorso 4 agosto a Guardia Sanframondi (BN), insieme all’arte, altra grande presenza della settimana guardiese grazie alla parallela rassegna VinArte, giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Fil rouge che lega l’una all’altra: il Conforto, i cui latori, come vedremo, sono gli artisti invitati a partecipare alla manifestazione.  

Dislocati nel cuore antico del borgo, i luoghi deputati all’arte sono la chiesa interdetta al culto Ave Gratia Plena – dove si è svolta la consueta conferenza stampa di inaugurazione di Vinalia– l’adiacente Sagrestia, Palazzo Marotta, Monte dei Pegni.

Limen, l’altare dell’Arte di Emanuele Scuotto – ph. ufficio stampa Vinalia

Ave Gratia Plena dona la suggestione dell’altrove: pare di avvicinarsi a mondi lontanissimi evocati dalla trasparenza e dalla luce, si trova pace e quiete nel ferro lavorato che sa farsi poesia, si supera il limite tra il nostro mondo e l’aldilà, cercando conforto là dove i devoti lo fanno da sempre; su questi Altari dell’Arte si ritrovano tracce di memoria di popoli vicini e lontani, di conoscenza negata ma comunque perseguita, anche a costo della morte. Una liturgia laica officiata nel più sacro dei luoghi.

Artefici di questo malioso rito collettivo sono Max Coppeta, Leticia Mandragora, Ernesto Pengue, Aniello Scotto ed Emanuele Scuotto, ovvero gli artisti invitati dall’ideatore e direttore artistico Giuseppe Leone, che omaggia la rassegna con un proprio altare, quello del Conforto. Una vita dedicata all’Arte, che trova in lui un mentore capace e appassionato, sorretto e spalleggiato in ogni momento da Giovanna Bellonia, grafica e sua insostituibile consigliera.

Nella Sagrestia ci sono altri frutti di questa terra, il genius loci declinato nei vari linguaggi dell’arte grazie alle opere dei guardiesi Nicola Ciaburri, Francesco Garofano, Mariano Goglia e Margherita Palmieri. Scultura, pittura, fotografia con le radici ben piantate nella propria terra e lo sguardo rivolto lontano. Nelle opere qui esposte il conforto si cerca nel sentimento di abbandono e rinascita, nel passato che reca in sé i prodromi del futuro, nella dolce, amata terra natia e nella figura della Donna, legata a questa terra e allo stesso tempo emblema dell’eterno femminino.

Poco più avanti, nell’Atelier Pietre Vive, manca l’aria, e per precisa volontà dell’artista Carmine Carlo Maffei: un linguaggio – plurimo, stavolta: videoinstallazione, parola, allegoria – per un’opera che costringe a fermarsi e riflettere, col fiato corto.

Poi, fotografia, sempre nel cuore del borgo antico.

Un intreccio di linee, pieni e vuoti, una scala e, lassù, un ideale sfondamento inaspettato accolgono il visitatore a Palazzo Marotta, dove l’architettura inusuale e sempre sorprendente dell’edificio accoglie le opere dei fotografi la cui cura – e mai termine è stato meglio usato – è affidata ad Azzurra Immediato, direttrice della Sezione Fotografia, capace di valorizzare ogni singolo progetto espositivo e sublimarne l’essenza, pur tessendo un unico intreccio narrativo che appaga l’occhio e l’animo di chi, attento, osserva. E tutto ciò è reso possibile grazie alle opere di Alessandro Iazeolla, Maurizio Iazeolla, Fabio Ricciardiello, Anna Rosati e Natalino Russo. Ci raccontano di quotidianità urbana, di radici familiari, di rapporto uomo/natura. C’è chi cerca il conforto nel mare, chi in un angelo di marmo. Tutti offrono sguardi, mondi, visioni: incontestabile ricchezza donata al visitatore.

Affacciandosi sui monti del Taburno, si incrociano alcune delle opere itineranti di Nicola Rivelli che, abbandonato il suo altare, quest’anno ha dato vita ad un progetto speciale, capace di abbracciare diversi punti del borgo antico e di sorprendere chi vi si incammina.

La sensazione che si prova varcando la soglia del Monte dei Pegni è straniante, l’impatto è forte: l’ingresso è angusto, volutamente difficoltoso, non per tutti: immergersi nella visione del progetto fotografico de LA ZONA è una scelta che richiede impegno ancor prima di entrare. Poi la suggestione invade il visitatore, e permane. Ci si trova in quello che, nelle parole degli autori, “è viaggio e scambio, è un incontro che si rinnova restituendo la meraviglia dello stupore”.

Il collettivo è formato da Angela Maria Antuono_ AMA, Federico Iadarola, Gianfranco Molinario, Pasquale Palmieri, Annibale Sepe, in collaborazione con Luigi Salierno.

La ZONA, Monte dei Pegni

Vinalia, poi, ospita il progetto indipendente a tema libero Collettiva di Fotografie in tour, ideato da Cosimo Petretti, direttore del Circolo Fotografico Sannita, in occasione dei quarant’anni dalla fondazione dello stesso.

A futura memoria di quanto finora descritto c’è il catalogo, che testimonia quanto fatto e quanto detto affinché niente venga perduto. I testi critici sono a cura di Azzurra Immediato, la grafica e l’impaginazione di Giovanna Bellonia, la supervisione di Ada Mancinelli.

Usciamo da VinArte ed immergiamoci in Vinalia, abbracciandone totalmente l’idea di conforto legata, stavolta, al buon bere e allo stare insieme. E se il vino è la quintessenza della convivialità, quest’ultima è stata celebrata nel migliore dei modi durante la cena inaugurale al Castello a cui ho avuto il piacere di partecipare, in ottima compagnia. È stata l’occasione per conoscere la cucina degli chef Giuseppe Daddio e Aniello Di Caprio della Scuola Dolce e Salato. Ogni piatto, presentato con precisione durante lo show cooking, era accompagnato dai vini de La Guardiense, cooperativa agricola fondata nel 1960. Conta mille soci ed è, quindi, tra le più grandi d’Italia, la più grande in Campania: un’assoluta eccellenza del nostro Sud, da celebrare degnamente.

Un momento di riflessione si è vissuto a metà serata, con la presentazione del libro La donna del boss di Matilde Andolfo, intervistata dall’assessora alla Formazione della Regione Campania Armida Filippelli.

Questa era solo la serata d’inaugurazione; la rassegna continua e la programmazione dei prossimi giorni è ricca di eventi a cui partecipare: in alto i calici, allora! C’è tempo fino al 10 agosto per brindare!

PS: permettetemi una riflessione a margine ed un omaggio ad una persona speciale, amata da tutti coloro che la conoscono, ad esclusione di nessuno. Così come la vite, che per crescere e sostenersi ha bisogno di aggrapparsi a dei supporti solidi, così anche Vinalia e VinArte necessitano di sostegno. E ne trovano uno gentile, appassionato, risoluto ed indispensabile in Silvio Garofano a cui tutti, davvero tutti, la sera dell’inaugurazione hanno dedicato il più affettuoso e sentito degli abbracci. Era mancato per qualche giorno, per rimettersi in forma e tornare più forte di prima. L’affetto nei suoi confronti era vero e palpabile ed ha coinvolto anche chi scrive, che ha conosciuto Silvio solo qualche settimana fa. Una rassegna è fatta di e da tante persone, alcune delle quali davvero, davvero speciali.

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