Anteprima di una futura memoria: il catalogo di VinArte 2022

(da Il Denaro.it del 2 agosto 2022)

VinArte 2022

Il Conforto, “una dimensione filosoficamente ampia che abbraccia l’Arte tutta”, come suggerisce Giuseppe Leone, ideatore e direttore artistico di VinArte, è il tema che quest’anno lega la suddetta rassegna a Vinalia ed è il concetto sul quale artiste ed artisti si confronteranno attraverso linguaggi differenti e visioni originali. Che, ben oltre i giorni della rassegna, lasceranno una traccia nel catalogo – i cui testi critici sono a cura di Azzurra Immediato, la realizzazione grafica di Giovanna Bellonia e lasupervisione di Ada Mancinelli – che ho avuto la possibilità di sfogliare in anteprima per illustrarne il contenuto. Senza dire troppo, però: qualche dettaglio, giusto per incuriosire, perché poi le opere bisognerà “incontrarle” di persona dal 4 al 10 agosto, salendo e scendendo tra i vicoli e le piazzette del centro storico di Guardia Sanframondi, magari gustando un calice di ottimo vino.

Apro il file: in copertina, come di consueto, un’opera di Giuseppe Leone: quest’anno è un lavoro dal titolo Atto d’amore.

L’introduzione è di Titina Pigna – responsabile del Comitato Vinalia – che esorta il lettore con un impegnativo “…dunque, Spes contra Spem!”,unico rimedio possibile allo smarrimento e al dolore che stiamo vivendo in questo complicato momento storico.

Catalogo VinArte 2022

Gli Altari dell’Arte

Il direttore artistico, poi, illustra il tema di questa dodicesima edizione e presenta Gli Altari dell’Arte dove, mi dice, “l’arte diventa liturgia”, superbamente officiata in Ave Gratia Plena dagli artisti ospiti della rassegna: Max Coppeta, Leticia Mandragora, Ernesto Pengue, Aniello Scotto, Emanuele Scuotto.

Max Coppeta, nella sua opera Costruzioni liquide, utilizza la luce come elemento portante di un racconto che, dice, “nasce dalla polvere, dagli scarti, dal malessere” ma che “nel salire costruisce bellezza, purità” e ricerca il conforto “nell’ascesa, nell’elevazione, nel passaggio da uno stato di infelicità ad uno di illuminazione”.

Leticia Mandragora, esponente della Street Art, spagnola d’origine e napoletana d’adozione, proponendo l’opera site specific La Madonna del Conforto “affida alla dimensione metaforica e simbolica la rappresentazione di una imperitura ricerca di valori di carattere spirituale che non sono solo afferenti alla sfera individuale, bensì appartengono ad un ampio melting pot culturale”. La sua opera, inoltre, rimanda alla trattazione dell’eterno femminino.

“Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di aver vinto”: questa l’essenza del pensiero di Giordano Bruno, questa l’essenza della scultura di Ernesto Pengue, dal titolo Jordani Bruno.

La luna sul balcone e La luna sulle cabine sono le due opere di Aniello Scotto, le cui narrazioni attengono all’ancestrale relazione tra l’uomo e la luna: guardandole “parrà di osservare il mondo da una prospettiva quieta e pacificatoria”, quella stessa sensazione che si prova “lasciandosi guidare dalla luce e dalle ombre che la Luna dona alla terra”.

L’Altare dell’Arte di Emanuele Scuotto è uno spazio liminale che segna il confine tra la dimensione terrena e una dimensione altra, sottolineando, quindi, ciò che già un altare è, divenendone la quintessenza. Aggiungendo un’altra funzione: attraverso le opere installate, Limen diviene anche strumento e viatico di memoria collettiva.

Costruzioni liquide, di Max Coppeta – ph. ufficio stampa Vinalia

Il Genius Loci

La Sagrestia Vecchia è il luogo dedicato agli artisti del posto: terra feconda in tutti i sensi, questa Guardia Sanframondi. Il Genius Loci, voce e sguardo del territorio, si esprimerà a VinArte 2022 attraverso le opere di Nicola Ciaburri, Francesco Garofano, Mariano Goglia e Margherita Palmieri, oltre a Carmine Carlo Maffei che accoglierà i visitatori nel suo Atelier Pietre Vive.

Nicola Ciaburri, artista e architetto di origini guardiesi, romano d’adozione, presenta Fratture, un’opera in cui crepe e incrinature diventano elementi narrativi attraverso cui offrire nuova identità ad elementi altrimenti destinati all’oblio, alla ricerca di “una sorta di catartica rigenerazione che reca pacificazione e conforto”.

Francesco Garofano, fotografo, sognatore giramondo di origini guardiesi, tra una partenza e un ritorno lo scorso autunno ha immortalato istanti di Vendemmia, un rito antico di questa terra che fa rima con storia, tradizione, cuore e anima. E arte, evidentemente.

La Dormiente del Sannio, scultura in marmo di Vitulano di Mariano Goglia, è emblema di casa, terra natia, porto sicuro. Rappresenta il profilo del Monte Camposauro, trasformato dall’artista in una sorta di mito sannita, custode di terre amate e popoli fieri.

Margherita Palmieri, a partire da un ritratto pittorico di Naama, moglie di Noè, dà vita ad un’installazione il cui concetto principe è la benevolenza della Donna, generando “una genesi che, a partire dal Sannio, tocca l’intera cultura mediterranea”.

Altrove, dicevamo, ovvero nel suo Atelier Pietre Vive, scavato nelle profondità della roccia guardiese, “antro naturale ove l’intelletto può trovare consolazione”, Carmine Carlo Maffei invita a riflettere sull’Aria, impercettibile elemento vitale a cui spesso non facciamo nemmeno più caso, attraverso la sua videoinstallazione Globalair.

Vendemmia, di Francesco Garofano – ph. ufficio stampa Vinalia

Sezione Fotografia

Diversi, poi, sono i luoghi cheospitano la sezione di VinArte dedicata alla Fotografia, nata con l’intento di offrire al visitatore non solo un itinerario estetico da percorrere e di cui godere passo dopo passo, ma anche un tragitto emotivo e di suggestione i cui artefici sono gli artisti invitati dalla curatrice Azzurra Immediato.

Il Monte dei Pegni ospiterà il progetto corale del Collettivo La ZONA – composto da Angela Maria Antuono – nota con l’alias AMA, Federico Iadarola, Gianfranco Molinario, Pasquale Palmieri, Annibale Sepe e in collaborazione con Luigi Salierno – il cui progetto espositivo fa riferimento al capolavoro fantascientifico di Andrej Tarkovskij “La Zona” e che, nelle parole degli autori, “rimanda in particolare alla miracolosa Stanza che, se varcata da chi è davvero infelice, permette di realizzare qualunque desiderio nascosto nel profondo”.

Ci si sposta, poi, presso Palazzo Marotta Romano la cui sorprendente architettura farà da cornice ai lavori di Alessandro Iazeolla, Maurizio Iazeolla, Fabio Ricciardiello, Anna Rosati e Natalino Russo.

Alessandro Iazeolla interpreta il Conforto attraverso le immagini del suo progetto a lungo termine 60 EXPRESS: in mostra frammenti di vite che si incontrano ripetutamente, si riconoscono ma non si conoscono, finendo in quella straniante circostanza “di tangente estraneità” che lo spettatore avrà modo di percepire con chiarezza negli scatti esposti.

Maurizio Iazeolla, neurologo e presidente dell’AMFI, Associazione Medici Fotografi Italiani, porta a VinArte la sua ricerca dalla doppia anima, quella dell’uomo di scienza prima e del fotografo poi, e dalla triplice manifestazione con le opere Angelo mio, D’amore e d’ombra e Intimità, attraverso cui l’autore esprime la propria idea di Conforto.

Casa Paterna è un progetto che nasce dalla sensazione di riconoscere un luogo, anche se sconosciuto fino a pochi istanti prima. Nasce da quella sensazione di “casa” che si avverte dopo pochi istanti che si è varcata una nuova soglia, o ci si trova davanti ad un nuovo passaggio. Il senso di casa porta con sé tutti i ricordi che la prima Casa Paterna ci ha lasciato. Sia belli, che brutti”. Così Fabio Ricciardiello sul lavoro presentato alla rassegna.

Scars/Cicatrici è il progetto fotografico a lungo termine di Anna Rosati che incontra il Conforto di VinArte. E lo fa attraverso l’osservazione della Natura, protagonista di un’installazione fotografica site e time specific attraverso cui l’artista cerca di mostrare quanta vita, quanta memoria, quanta resilienza si celi dietro una pianta.

Un racconto per immagini che ha come protagonista il mare, “un vero itinerario compiuto dagli occhi e dalla psiche”, alla ricerca di un conforto che non è mai definitivo, stabile, certo ma continua ricerca, incessante peregrinare: questo, in sintesi, il lavoro presentato da Natalino Russo, fotografo e scrittore.

Sezione Fotografia, a cura di Azzurra Immediato – Palazzo Marotta

Progetti speciali

Come veri e propri pellegrini dell’arte, i visitatori della rassegna saranno accompagnati, lungo il cammino nel borgo, dalle opere di Nicola Rivelli che, abbandonato il suo Altare dell’Arte ed abbracciata l’idea di un progetto speciale, dislocherà le sue opere – i Cosmic Bullets in primis, poi quelle che Leone ha definito le Linee dell’Amore – in diversi punti del centro antico: per meravigliare, creare suggestioni, indurre riflessioni.

Ancora: Vinalia, in collaborazione con VinArte, ospita un progetto indipendente e itinerante, a tema libero, del CFS/Circolo Fotografico Sannita, ideato dal direttore Cosimo Petretti in occasione dei quarant’anni della fondazione del circolo.

Sembra finita, ma non lo è: torniamo un attimo indietro, in Ave Gratia Plena, per un altro Altare, quello del Conforto, simbolo dell’identità visuale della XII edizione della rassegna e omaggio al tema del 2022, il cui officiante non poteva che essere Giuseppe Leone, anima e mente di VinArte. Un altare composito, il suo, “ove differenti elementi – ex voto, contratti manoscritti dell’Ottocento, statue e scarabattole – dialogano, generando una dimensione simbolica e culturale che si dipana fino a dove è capace di giungere lo sconforto umano”.

Immancabili e sinceri i ringraziamenti espressi a fine catalogo, perché le forze messe in campo per la realizzazione di Vinalia e VinArte sono davvero tante.

Conclusioni

Tirando le somme, c’è tanto da vedere a VinArte 2022, e altrettanto su cui soffermarsi a riflettere.

Azione quasi desueta, oramai. La frenesia del nostro quotidiano, lungi dall’essere un cantilenante luogo comune, è innegabile realtà, ma l’Arte ne è sicuro antidoto. E può funzionare anche assumendola a piccole dosi, magari sfogliando all’occorrenza qualche pagina di un catalogo come quello di cui ho appena scritto. Dopo, ci si potrebbe ritrovare addirittura più ricchi, di quella ricchezza di pensiero che, una volta accumulata, non si perde più.

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