Ductus lucis, di Mauro Palumbo. Racconti dal sottosuolo

Fotografo ma anche rocciatore, speleologo, viaggiatore appassionato, Mauro Palumbo non ama le solite prospettive: non gli basta lo spazio tra cielo e mare che noi napoletani calpestiamo ogni giorno, non si accontenta di scorci meravigliosi tra vicoli, di momenti di vita pulsante tra la folla, di opere d’arte ed edifici unici al mondo. Il suo sguardo e il suo obiettivo si rivolgono altrove, osservano il mondo dalle montagne che scala ogni volta con rinnovato stupore – come un novello Bonatti- o dalle altezze cittadine, quelle che guadagna arrampicandosi su tetti e cupole. Scende, poi, nel ventre della città raggiungendo, strato dopo strato, le viscere di Napoli.

E se dall’alto si riesce a guardare più lontano, calandosi nel sottosuolo si scoprono le radici, il passato nostro e della nostra città. E il quadro si completa.

Eppure, a volte qualcosa rimane incastrato solo nei suoi occhi: vede luoghi incantevoli da punti di vista privilegiati ma non sempre la sua reflex cattura ogni cosa, perché talvolta, semplicemente, Mauro preferisce vivere la scena, fotografandola in mente.

Ma non è questo il caso, per nostra fortuna.

Costone di Coroglio, Posillipo, circa 40 metri sul livello del mare: qui nasce Ductus lucis.

Nelle vesti di speleologo, Mauro tempo fa riscopre, insieme ad un collega, un nuovo cunicolo dell’acquedotto romano del Serino, noto anche come acquedotto augusteo. Un tunnel alto 1,60 m e largo poco più di mezzo metro che si snoda per quasi 250 metri, l’inizio di un tratto mai censito di cui si ipotizzava solo l’esistenza e che, probabilmente, portava l’acqua alla Villa di Publio Vedio Pollione, oltre che al vicino insediamento romano di Nisida. Ma ci sono anche tracce di un passato recente, emozionanti quanto inaspettate.

Attraverso il suo obiettivo, il nostro autore immortala pezzi del passato ancora sconosciuti, prima per documentare la scoperta, poi per raccontarla attraverso la sua sensibilità di fotografo.

Osservare, fotografare e poi condividere: grazie al suo obiettivo diventiamo anche noi spettatori di luoghi e prospettive altrimenti precluse ai più.

Nei suoi lavori, e in particolare in quest’ultimo, egli immagina la luce sua alleata nello svelare le ombre del passato, in un gioco non di contrapposizioni ma di coesistenza necessaria. Le ombre – considerate come una sorta di stasi, in opposizione al movimento della luce – hanno permesso al passato di conservarsi intatto: la luce lo ha rivelato, l’occhio del fotografo lo ha catturato. Luce come movimento vitale, luce come elemento essenziale della fotografia, luce che svela un passato da raccontare.

cortile Off Gallery, ph. M. Palumbo

Le foto della mostra Ductus lucis, a dicembre 2019, sono state esposte presso la Off Gallery di Napoli: i suoi insoliti spazi si sono aperti per mostrare gli stretti cunicoli del sottosuolo partenopeo, in un suggestivo percorso ideato per far rivivere l’emozione della scoperta di un frammento di storia nascosto per secoli. Lo spazio si è trasformato, è diventato il racconto di ricordi antichi e di un passato recente, di pareti di cocciopesto e mucchi di scarpe consumate dal tempo, di lunghi e inaccessibili condotti e di vegetazione cresciuta sfidando il buio e lo spazio ristretto, di tracce di ieri e di oggi ritratte nelle potenti immagini di Mauro Palumbo.

Per approfondire:

Uno spazio include, raccoglie, mostra, protegge. E racconta.

Nel cuore del centro antico di Napoli, ad un passo dalla Cappella Sansevero, Off Gallery narra dell’amore di B. per l’arte, quella antica e quella contemporanea, e della sua voglia di condividerla con persone appassionate. Un’antica colonna greca, ritrovata quasi per caso, accoglie il visitatore in uno spazio dal forte carattere, carico di memorie e suggestioni, dove il passato che affiora dialoga con le opere degli artisti contemporanei scelti dal padrone di casa: quadri, sculture, fotografie andranno a raccontare nuove storie a chi, mosso da interesse e curiosità, sarà felice di ascoltarle.

Off Gallery, via Raimondo de Sangro di Sansevero, 20 – 80134, Napoli

Napoli, 1982. Vive e lavora tra Napoli e Capri.

Fotografo, rocciatore, speleologo. Da ragazzo si appassiona alla fotografia frequentando la camera di stampa degli zii, a 20 anni scopre l’amore per la montagna e le attività outdoor e nel 2009 inizia a frequentare il sottosuolo napoletano, prima come accompagnatore, poi come tecnico e speleologo. La necessità di documentare ciò che vede in quota e sottoterra sono lo stimolo per affinare tecnica e sensibilità tanto che, ad oggi, Mauro Palumbo può vantare un gran numero di foto pubblicate su quotidiani on-line e libri su Napoli. Di particolare rilievo è la pubblicazione sulla pagina web del National Geographic di un lavoro fotografico sul carcere di Procida. Nel 2018 le sale di Palazzo Serra di Cassano ospitano la sua mostra Scatti-di-versi, un’esplorazione urbana di una Napoli vista da prospettive insolite, accompagnata dai versi di Antonio Agerola. Dal 2019 è tra gli espositori del PAM – Photo Art Market, mostra-mercato di fotografia d’arte e d’autore ideata e coordinata dall’Associazione Photo Polis.

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