Una città, l’amore sconfinato nei suoi confronti, un mistero.
Ho letto con avidità il libro di Giancarlo Piacci “I santi d’argento”, suo esordio letterario: quanto amore dolente per la sua città c’è in queste pagine!
Una Napoli strapazzata, svenduta, masticata e sputata da chi, oggi, la attraversa senza nemmeno provare a conoscerla e da chi, da sempre, la vive senza poterla amare, non fa solo da sfondo alle vicende del protagonista ma ne è parte integrante.
Vincenzo torna ad un passato che non è mai passato davvero: i suoi fantasmi si intrecciano alle vite di De Rosa, Bart, e ad un mistero da risolvere. Perché #isantidargento è un noir, sì, ma si concede anche altre sfumature: io le ho intraviste, amandole, nel racconto della superstizione del Natale, tenacemente inseguita dalla nonna del protagonista; nel ritratto pietoso di Ernestina e della sua pazzia o in quello di Diana e della sua sopraggiunta determinazione. Grazie ad una scrittura sincera, infatti, in questa narrazione anche i personaggi minori hanno la forza di farsi ricordare.
Giancarlo Piacci ha dato vita ad noir che allo stesso tempo è un romanzo d’amore dedicato alla sua città, Napoli: che cambia continuamente, vorticosamente, a volte anche a discapito della usa stessa anima.
PS: eh sì, la copertina è di ZeroCalcare!