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CROCIFISSO
Non so dove scovarti, non sono abituato a farlo nelle piccole e grandi cose della mia vita, non ne hai mai fatto parte. Eppure ti cerco, nell’unico modo che conosco, attraverso le mie mani che modellano e cercano qualcosa altrove, oltre.
Stai scomparendo, ridotto a simbolo senza significato, muto simulacro, spettatore di un teatro che ti lascia attonito. E allora provo a fermarti nella materia, a ricordare a chi crede in te che ci sei, provo a renderti vivo, a farti uomo in mezzo agli uomini, ancora una volta.
ANIMA DEL PURGATORIO
Un uomo avvolto dalle fiamme, a cui vengono rivolte preghiere e invocazioni, attenzioni e benevolenza; un uomo circondato dalle acque che invoca aiuto, invano.
Nell’opera le due immagini si sovrappongono e richiamano alla memoria, con forza e grazia, la tragedia dei morti in mare dei nostri giorni. Non statuine di terracotta, curate ed amate, ma uomini in carne ed ossa abbandonati al proprio destino.
Il fuoco, che arde e distrugge, diventa salvifico, purifica e dona vita eterna: l’acqua, che è all’origine della vita, la toglie e il mare diviene tomba.
Le anime del purgatorio e i morti in mare: la speranza invocata e la speranza tradita.
EX-VOTO
Un dolce ricordo, un dolore lancinante, un amore tenerissimo resi immortali dalla materia.
BELLA ‘MBRIANA
È femmina e ammalia.
È la bella ‘mbriana, bellissima, sfuggente, luminosa, misteriosa presenza: benevola ma capace di tremende vendette, venerata per amore e per paura, arriva dall’immaginario di un passato che nella terra di Partenope non lo è mai per davvero. La troviamo dove luci e ombre si confondono, dove il vero sfugge a ogni logica e il mistero è più vero del vero.
La vediamo e ci affascina, ci rapisce.
È femmina, e ammalia.
SANTA LUCIA
Un manichino, anima degli antichi santi impolverati nelle vecchie cappelle, spogliato di ogni fronzolo e corroso dal tempo e dalla memoria che va scomparendo, diviene il corpo di una giovane donna ribelle, guerriera che non conosce violenza, santa e martire, Lucia.
La luce che infonde coraggio la porta nel nome e ce la mostra attraverso i suoi stessi occhi.
Il volto è impassibile, la posa è fiera.
Venerata ed amata in mille città, approda anche sulle sponde del nostro mare, nel luogo di sante e di sirene, dove tutto ha avuto origine, lì dove le storie si intrecciano e si confondono, rimanendo vive.
MONOLITE BAROCCO
Staticità e movimento. Linee pure e sinuosità barocche. Calma e caos. Bene e male. Luce e ombra. Morte e vita.
L’eterna danza degli opposti.
SAN GENNARO
Acqua e terra: mescolati danno materia da plasmare.
Acqua, terra e fuoco: mescolati danno vita al simbolo di un popolo.
L’acqua e la terra sono l’argilla di cui è fatta la scultura, il fuoco è quello della terra vulcanica che si intravede tra le pieghe del modellato.
Il fuoco è la lava del Vesuvio, è il sangue del santo che si scioglie, è l’amore dei fedeli che rendono un martire capace di ogni cosa, perfino di colmare le proprie debolezze. Il fuoco è il coraggio di un uomo che diviene santo attraverso la forza della fede, professata fino alla morte e resa viva dalla morte. Il fuoco è l’ardire di alzare la testa e chiedere aiuto per chi ti chiede aiuto, tra l’estasi e il tormento. Il fuoco è custodito da una serratura impossibile da aprire, che protegge un sacro e inviolabile mistero.
(…fine.)
Tra novembre 2019 e gennaio 2020, le opere di Terra mia sono state esposte presso il NABI Interior Design in occasione di Virginem=Parthena, una temporary art exhibition dedicata alla napoletanità nella visione contemporanea di quattro artisti campani.
Per approfondire: