HARAVEC. Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi

Fino al 4 marzo al Museo Cappella Sansevero e alla OFF Gallery (Napoli)

(da IlDenaro.it del 15 febbraio 2024)

HARAVEC. Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi – i farmaci miracolosi

Il lume perpetuo, secondo il progetto originale, avrebbe dovuto illuminare il Cristo velato del Sanmartino posto al centro della Cavea, in realtà mai terminata; la sua redingote impermeabile l’ha indossata persino Carlo di Borbone, durante le battute di caccia invernali; la riproduzione del miracolo di San Gennaro gli interessava per puro gusto dello studio e della comprensione, e lo vediamo sotto l’antico arco, sospeso come si addice ad un prodigio, seppur empiricamente svelato. E lì accanto, alla fine – come in ogni occasione importante, qui al Sud – un’esplosione di fuochi d’artificio, quelli per cui il principe di Sansevero, artefice di ogni cosa menzionata finora, aveva inventato nuovi colori, dal “torchino al giallo color di cedro” che ora si stagliano luminosi sul profondissimo blu del cielo immaginato e realizzato da Daniela Pergreffi, illustratrice ed insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Un inventore del Settecento ed un’artista dei nostri giorni, dunque, si sono incontrati grazie alla immaginifica visione di Maria Alessandra Masucci, direttrice del Museo Cappella Sansevero e curatrice della mostra HARAVEC.Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi che, per far conoscere e consegnare alla memoria collettiva alcune delle invenzioni più rilevanti del principe, ha affidato all’artista il complesso ma intrigante compito di rappresentarle e farle tornare a vivere, a incuriosire, a sorprendere. Perché non c’erano molte informazioni al riguardo: buona parte dell’enciclopedica conoscenza di Raimondo di Sangro, quasi tutti i “segreti” delle sue invenzioni, “o sono morti con lui, o giacciono ignoti in qualche angolo della casa”, scriveva Giuseppe Maria Galanti.

Fino a che non si è deciso di riportarli in vita ed esporli, ad un passo dalla Cappella, nei locali della OFF Gallery: uno spazio espositivo nel cuore del centro antico di Napoli, che lo penetra fino a scoprirne il ventre ipogeo e che, piccolo quanto affascinante, sarebbe piaciuto anche al principe, con quella sua aria di antro misterico, pregno di storia ma pronto ad accogliere altre storie, di valore, con sorprendente accondiscendenza.

Al suo interno, dunque, fino al 4 marzo si potranno ammirare tredici illustrazioni fortemente contemporanee che, luminose ma mai sgargianti, efficaci e di immediata lettura seppur espressione della personale e riconoscibile cifra stilistica dell’artista, sembrano essere un perfetto connubio tra un pregiato abecedario ed un misterioso rebus dove, tra lettere ed immagini, l’esigenza di far conoscere le invenzioni del principe – senza alcuna pretesa scientifica, ovviamente – lascia intatto quell’alone di mistero, a metà tra storia e mito, che da sempre accompagna questa poliedrica figura e provoca curiosità e suggestione.

Le opere di Daniela Pergreffi raccontano invenzioni di altri tempi riuscendo a dare forma ad un tempo e a una dimensione non definiti né definibili, ponendosi a metà tra la rappresentazione supportata da attente ricerche storiografiche e la libera interpretazione dell’artista e, ancora, tra la riscoperta e la memoria.

I suoi collage polimaterici – tattili ed evidenti, risultato di calchi di oggetti di uso quotidiano e di sovrapposizioni, ritagli, riposizionamenti e ritrovamenti – sono un mezzo per raccontare gli esperimenti dell’haravec (inventore, nell’antica lingua degli Incas del Perù precolombiano), certo, ma su di essi si innestano la memoria ed il vissuto di Daniela: i gialli terrosi delle buste da lettera, la traccia ipnotica ottenuta dal retro della tovaglia, un pezzo di carta dal colore perfetto sono ricordi e frammenti di vita che si intrecciano al lavoro del principe e, come in un gioco alchemico perfettamente riuscito, diventano tutt’uno con le invenzioni rappresentate. Del resto, cos’è l’arte, se non la più sublime delle invenzioni dell’uomo?

l'illustarzione della carrozza marittima all'interno della Cappella Sansevero
HARAVEC, Cappella Sansevero – la carrozza marittima – ph. Giuliana Calomino

A completare l’esposizione, infine, un’unica illustrazione è esposta all’interno della navata della Cappella Sansevero: quella della carrozza marittima affiancata, stavolta, all’incisione settecentesca originale. È una bizzarra ma funzionante idea che prese vita nel luglio del 1770 sul tratto di mare che separava Capo Posillipo dal Ponte della Maddalena, quando questa elegante carrozza, con tanto di cavalli e cocchiere, solcò le onde di gran carriera nello stupore generale. In realtà i cavalli erano di sughero e l’imbarcazione procedeva spedita grazie ad un sistema di pale a foggia di ruote ma, in questa sede, quello che ci colpisce non è certo l’abilità ingegneristica del principe quanto, piuttosto, la sua capacità di mettere insieme tecnica e fantasia, sapere e stupore, e di asservire i suoi studi ai suoi sogni, pochi dei quali, evidentemente, sono rimasti tali.

Solo una grande mente è capace di appassionarsi tanto ad una – peraltro attualissima – cera vegetale quanto a dei farmaci che, si racconta, avevano “il potere di richiamare a vita novella i già vicini a trapassare”.

E solo un sognatore senza freni avrebbe potuto immaginare e poi far realizzare quel capolavoro colmo di capolavori che è la Cappella Sansevero: “invenzione” che conosciamo già, certo, ma che, seguendo la traccia del suo straordinario committente, continua ad aggiungere memoria a memoria, sempre nel segno dell’arte.

INFO

HARAVEC | Gli esperimenti del principe di Sansevero nelle illustrazioni di Daniela Pergreffi

a cura diMaria Alessandra Masucci

Organizzazione: Museo Cappella Sansevero in collaborazione con OFF Gallery

Apertura al pubblico:

Fino al 4 marzo

Dal venerdì al lunedì, dalle 9:30 alle 18:30

Ingresso libero alla OFF Gallery (via Raimondo de Sangro di Sansevero, 20 – NA)

Ingresso a pagamento con obbligo di prenotazione al Museo Cappella Sansevero (via Francesco De Sanctis, 19/20, NA)

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